Laboratori formativi per adulti educatori.  Maria Luisa De Natale

Laboratori formativi per adulti educatori

Por Maria Luisa De Natale

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Sinopsis

Il presente lavoro documenta la terza fase di un progetto di ricerca che si è sviluppato con gli adolescenti delle scuole superiori della città di Bari su iniziativa del CREADAPUGLIA, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale e del Lions Club Bari Aragonese[1]. Dopo la somministrazione di un questionario agli studenti e alcune interviste qualitative agli stessi, con successivi focus group ad adulti, l’equipe del CREADA ha proceduto alla lettura dei bisogni educativi degli adulti proponendo i laboratori formativi quale risposta pedagogicamente fondata. È evidente a tutti, infatti, che le nuove modalità di informazione, di comunicazione, di interrelazione, hanno trasformato il processo di crescita delle giovani generazioni intervenendo anche sulle dimensioni etiche dei comportamenti personali e sociali. L’attuale cultura della complessità e della globalizzazione esige quindi che gli adulti educatori siano in grado di non sentirsi estranei a queste nuove modalità della crescita, ma al contrario siano capaci di attivare nuove forme di relazione educativa e di accompagnamento critico in funzione orientativa, ricercando il modo di porsi accanto ai giovani, impegnandosi ad alimentare un dialogo che sia capace di fare emergere le potenzialità e le risorse positive nel processo di costruzione della identità delle nuove generazioni, per dare nuovo impulso alla ricerca di senso e per farsi promotori di una visione costruttiva della società attuale e del tempo presente. Adolescenti e giovani continuano ad essere protagonisti della nostra società e si deve alimentare la speranza che possano dare un contributo insostituibile alla instaurazione di una diversa qualità della vita. Il problema è riuscire ad instaurare nuove forme di rapporto tra le generazioni di giovani ed adulti. Gli educatori adulti devono essere rispettosi dell’autonomia dei giovani senza essere però rinunciatari o neutrali nella possibilità di esprimere prospettive critiche, possono usare una metodologia nell’aiuto alla ricerca di identità e di scelta responsabile di sé, che pur confermando le asimmetrie di ogni relazione educativa sappia prospettare con equilibrio tutte le risorse messe in gioco. Sono gli adulti, infatti, a dovere offrire ai giovani maggiori sicurezze nel processo di progressiva identificazione culturale, affettiva, comportamentale. Il bisogno di “sentirsi amati” che a tutti ha insegnato San Giovanni Bosco, cioè di sentire di essere un significato per qualcuno, rimane la premessa di ogni intervento educativo. Se quindi, si riconosce il peso che ha sulla formazione della persona il complesso sistema di interazioni educative, formali, informali o non formali, relative al contesto territoriale di vita del soggetto, e si riconosce la forza positiva delle diverse agenzie che si occupano di educazione,: famiglia, scuola, realtà del sociale, realtà massmediale, ne consegue la necessità di considerare le possibilità ed i rischi per un coerente processo educativo al fine di indicare sia possibili piste da seguire, sia possibili nodi da sciogliere, sia precise responsabilità della stessa ricerca pedagogica. Il CREADA si è fatto carico di questo impegno di attivare nuovi e più moderni percorsi di formazione come testimoniano anche le pagine seguenti. Tratto dall'Introduzione

Maria Luisa De Natale