Passaporto per un Artista

Nel buio vertiginoso cè ancora qualcuno che scruta appollaiato sopra i resti di unantica torre che penzola negli orridi del sottosuolo. Qualcuno che scruta al sud delle nostre origini dalle quali proviene il difficile cammino di trovare se stessi. Ed in questo inesplorato mare dellinfinito lo saluta ancora il sultano bambino che si addormenta sotto i tappeti volanti nel cielo di Taranto. Fosse stato un tempo di ieri non sarebbe diventato un poeta alla ricerca delluomo ma uno stilita visionario, un oracolo, un eremita che sfuggiva dalle catene delle città. Oggi le città che si lasciano scrutare morte diventano passaggi allucinati, messaggi fitti dove ancora si celano le reti del potere, mastini alle porte del regno, dove le peggiori intenzioni poetiche scrutano attraverso gli spioncini delle segrete. Se non ci fosse quel bambino che ti saluta sognante nel fondo dei suoi occhi, Massimiliano Antonucci farebbe terrore: avremmo paura che possa cadere da quella torre pericolante davvistamento veggente, paura che possa scendere su questa terra che oramai si disfa appena cadono alcune gocce di pioggia, paura che se ne vada con le parole sagge di un suicida, paura di lasciarci muti a tacere come palloni aerostatici senza volto. Invece no lui resta sulla materia dellamore a cercare con dita di vetro quel piacere che si cela ancora puro, e lo cerca per rivelarci che solo attraverso gli opposti si ritrova lamore del proprio sé, non senza rischi però quando ci dice: “ facciamo poesia quando scoperchiamo le tombe / di noi viventi / e guardiamo dentro “. Però un artista dovrebbe anche essere un artigiano alchimista, quellalchimista storicamente bistrattato e recentemente disinfettato dalla tirannia asettica scientifica. Quel folle ricercatore allontanato dalle città, perseguitato anche da se stesso. Questo maledetto poeta attraversa però un percorso a noi alieno. Percorre le strade dei tarocchi. I tarocchi arrivati sino a noi come un gioco di carte per così ingannare linquisizione. Linquisizione che per migliaia di anni fece tabula rasa di tutta la conoscenza che avrebbe liberato lumanità dalla sofferenza della schiavitù e dellignoranza. Invece i tarocchi nascondevano una serie infinita di verità, tali verità sono rivelate ora anche attraverso la sensibilità di un poeta alla ricerca delloro racchiuso in quel mazzo di carte che giace dentro noi stessi per comunicarci lantico detto di Rimbaud: “io sono gli altri”. Mauro Maraschin